Per una pianificazione più dinamica (e più onesta)

In questi giorni è utile riflettere sull’importanza e le dimensioni della pianificazione e sulla sua implicazione.

Una caratteristica specifica di questo periodo è l’incertezza: i piani che avevamo definito hanno dovuto subire profonde modifiche; ognuno di noi si chiede cosa, ma soprattutto come, si possa pianificare e organizzare nei prossimi mesi, sia nella sfera privata che in quella lavorativa. Le aziende stesse si stanno chiedendo come poter al meglio gestire i tempi a venire.

Tradizionalmente siamo stati abituati a organizzare la nostra vita con un approccio molto predittivo, definendo obiettivi a breve, medio e lungo termine, e pianificando le azioni necessarie al raggiungimento dei tali. Questa modalità, oggi come non mai, è da mettere in discussione.

A questo proposito possiamo prendere spunto dall’approccio Agile. Innanzitutto c’è da sottolineare che la pianificazione è fondamentale anche quando si lavora in modalità Agile.

Tra i vari principi Agili, ce n’è uno basato sul concetto di “iterazione”. Un’iterazione è un periodo di tempo che si può definire breve, di solito qualche settimana.

È in questa dimensione temporale che avviene la pianificazione di dettaglio delle attività da fare e dei risultati da raggiungere.

Con questo approccio la pianificazione a medio e lungo termine è tenuta a un livello più alto, tenendo come riferimento il valore strategico da creare piuttosto che il raggiungimento di obiettivi prefissati all’inizio del progetto.

Questo permette di essere più flessibili rispetto alle esigenze di mercato che possono cambiare molto velocemente, gestire le opportunità e i rischi in modo più proattivo rispetto ad altri approcci tradizionali molto predittivi.

Chi pratica questo tipo di approccio di solito è più motivato perché riesce a percepire a pieno il valore dei risultati che viene continuamente creato in ogni iterazione dalle singole azioni, e non solo: viene a galla immediatamente anche cosa non si è svolto, dando la possibilità a ricorrere a una ri-pianificazione o ridefinizione di priorità.

Una pianificazione più dinamica è anche più onesta verso noi stessi in quanto più realistica, dato che non sappiamo cosa succederà in futuro. Si tratta di incanalare le nostre energie nella gestione di una dimensione più gestibile, le prossime settimane, ed essere così pronti a cogliere le opportunità che potrebbero presentarsi, oppure mitigare meglio i rischi che potrebbero emergere.

Non è questa forse una modalità che aiuterebbe tutti noi nella gestione della propria pianificazione in questi tempi, dove si è sospesi nell’attesa dei segnali esterni che ci diano visibilità su cosa si possa fare?

Torna su